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| Ecco un articolo sulla serie...""Distretto di Polizia 8" Quando la fiction diventa politically correct
di Elena Ezechielli Pubblicato martedì 7 ottobre 2008 - NSC anno V n. 1
Fiction Rai o Mediaset nel bene o nel male rappresentano attualmente gli elementi cardine intorno ai quali far ruotare la programmazione dei differenti palinsesti. Molto seguita dal pubblico, essa sta diventando gradualmente il nuovo luogo ideale dove poter inserire dei contenuti significativi per la costruzione del “buon cittadino”. Che si realizzi una storia su liceali, che ci si occupi delle disavventure di una famiglia o si seguano le indagini di una squadra di polizia, le cose non cambiano, ognuno a suo modo vuole lanciare un messaggio.
Da otto anni Distretto di Polizia in ogni sua stagione ha sempre cercato di rinnovarsi, di sperimentare, di catturare l’attenzione dello spettatore creando un prodotto che potesse essere competitivo sul mercato italiano. Gli attori cambiano nel corso delle diverse edizioni e nonostante abbiano abbandonato il cast anche due figure di spicco come Ricky Memphis e Giorgio Tirabassi, Distretto di Polizia ha saputo colmare certe lacune inserendo nuovi elementi. In campo sono stati messi temi e riflessioni di ogni tipo. Se con uno sguardo ripercorriamo queste otto stagioni ci accorgiamo come ognuna sia stata strutturata intorno ad una tematica ben precisa. Si passa dalla mafia, alla pedofilia, all’emergente ecomafia, fino alla ’ndrangheta, attraverso una fitta rete di lotta contro la microcriminalità.
Quello che ci interessa in questa sede, però, è spostare lo sguardo verso un’altra direzione e constatare un fenomeno emergente. Lasciando per un momento da parte tutta una serie di discorsi sulla fiction, sul ruolo che essa ha nel panorama italiano e sul perché riesca ancora a catturare l’attenzione del pubblico, ci siamo resi conto che in poche battute che ritorno nel corso delle puntate, Distretto di Polizia si fa portatore di un messaggio politically correct, ovvero quello del riciclaggio.
E’ a Giuseppe Ingargiola (Giovanni Ferreri) che viene affidato il ruolo di istruire i suoi colleghi e di ricordare quali sono le norme da seguire quando i differenti personaggi gettano le cose nella spazzatura. Coinvolto insieme a Vittoria Guerra (Daniela Morozzi) e Antonio Parmesan (Roberto Nobile) nella risoluzione di casi più piccoli e di marginale importanza (sono loro che costruiscono le storie collaterali della serie) ci fa sorridere e riflettere allo stesso tempo con battute rapide e incisive sul riciclaggio. In più occasioni, infatti, lo vediamo passare qualche pezzo di carta da gettare e ricordare in quale contenitore deve essere buttato, oppure lo osserviamo rimproverare chi per sbaglio a buttato la plastica nel cestino della carta. Così nell’episodio L’economia dei sentimenti ha appena scoperto che la Signora che si occupa di aggiustare la fotocopiatrice, mette di proposito negli ingranaggi una di quelle tipiche palette delle macchinette del caffè. La scena è rapida, vista la secondaria importanza della vicenda. Indipendentemente da questo, Ingargiola recupera il cucchiaino di plastica avvolto in un pezzo di carta e lo consegna ad una dei poliziotti che sta passando di fronte a lui chiedendogli di gettarlo. In quel momento si gira di scatto e gli urla di fare attenzione perché insieme alla carta c’è della plastica e che non possono essere buttate nello stesso contenitore. In un’altra occasione è lo stesso Parmesan che davanti ai differenti cestini colorati si blocca, li osserva con un bicchiere in mano e un po’ perplesso si chiede in quale deve gettarlo: “Faccio sempre confusione”, confessa sommessamente. Con naturalezza e semplicità il riciclaggio entra a far parte della vita quotidiana dei nostri protagonisti, all’interno del distretto come al di fuori.
In un periodo in cui si è tanto parlato di rifiuti, del loro smaltimento e dei problemi che ne derivano, sembra quasi che Distretto di Polizia voglia fare la sua parte inserendo all’interno della sceneggiatura delle veloci, ma incisive battute sul riciclo e sull’importanza che ognuno faccia la sua parte. Mentre le città si stanno attrezzando con nuovi mezzi di informazione, la fiction di Canale 5 fa la sua parte battendo sul tempo la stessa pubblicità e i messaggi Ministeriali e inserendosi in un processo di sensibilizzazione per rendere ancor più consapevole chi guarda."DA: http://www.nonsolocinema.com/Distretto-di-...ia-8_12974.html
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